Tra i primi a sapere della morte di Franco Battiato è stato padre Guidalberto Bormolini. All’alba di martedì 18 maggio, Michele, il fratello del celebre cantautore, lo ha chiamato al telefonino per dargli la triste notizia. «L’ultima volta lo avevo incontrato otto mesi fa, ero andato a trovarlo nella sua casa a Milo, sulle pendici dell’Etna, stava male, ma siamo riusciti a parlare a lungo, sono stato con lui una settimana», racconta il sacerdote dei Ricostruttori nella Preghiera, presenti a Prato a Villa del Palco. Il giorno stesso della morte di Battiato ha preso un aereo per la Sicilia, i familiari gli hanno chiesto di celebrare il funerale che si svolgerà questa mattina in forma strettamente privata. Sarà un funerale secondo il rito cattolico. Qual era il rapporto di Battiato con la fede? «Era un uomo in ricerca, aperto e intelligente, si era molto avvicinato ai mistici cristiani», dice ancora il sacerdote. Non a caso in uno dei suoi ultimi brani, Lo spirito degli abissi, uscito nel 2015, Battiato cantava: «Mi è ritornata voglia… di pregare. Seguendo la tenacia… dei padri… del deserto». «Una conoscenza frutto delle nostre lunghe discussioni su Dio e la mistica», aggiunge padre Bormolini.
La conoscenza tra i due inizia una decina di anni fa, quando Battiato legge alcuni articoli scritti da padre Bormolini sul tema della morte. Il sacerdote infatti è presidente dell’associazione Tutto è Vita che si occupa anche di fine vita, elaborazione del lutto e cure palliative, tanto che sta realizzando un hospice nella alta Valle del Bisenzio. «Ho partecipato al suo film “Attraversando il Bardo”, dedicato al tema della vita e della morte in oriente e occidente, e da lì siamo diventati ottimi amici».
Sono molti gli artisti che negli ultimi anni si sono avvicinati ai Ricostruttori, tra loro possiamo ricordare Simone Cristicchi (al suo ultimo spettacolo dedicato al Paradiso ha collaborato proprio padre Bormolini), Francesco Caccamo, ma anche Adriano Celentano e molti altri ancora.
Sul sito web dell’associazione Tutto è Vita, Battiato viene ricordato così: «Siamo sereni perché amava il mondo dello spirito e il mondo dell’invisibile più di questo mondo e quindi troverà ora la patria che ha tanto cercato in tutta la vita. È la patria dove gli auguriamo di incontrare quell’Amico divino, che per noi ha cura amorevole, quella Cura che ha celebrato in tutta la sua opera e in una delle sue più celebri canzoni».